Non solo canta, compone, balla, pedala: disegna pure e quando lo fa racconta come sempre suggestioni ed emozioni uniche, nel suo stile kaleidscopico e magico, quello di un uomo che ha visto quasi tutto eppure non è mai sazio, ha sempre fame di mondo, di gente, di canzoni, di libertà.

Ebbene si, Jovanotti disegna e lo fa per la nuova cover di Vanity Fair Italia, una copertina che è un suo autoritratto con gli occhi sognanti che guardano alla folla e la t-shirt piena di visi emozionati, quelli dei fan, che urlano, cantano e si arrostiscono al sole del Jova beach party, il tour musicale che rimarrà sempre nella sua storia e in quella della musica italiana.

Questo generoso regalo a Vanity Fair è corredato anche da una video intervista disponibile sulle piattaforme web della testata, che sembra quasi stia creando una sorta di rivista- altra sui social dove è possibile leggere attraverso i volti e godere delle immagini in modo diverso, interattivo.

Jovanotti e il suo concetto di liberà su Vanity Fair

L’intero numero è dedicato alla libertà, a quanto sia stata desiderata, a quanto ci sia mancata, un pò come quelle persone che apprezzi solo dopo averle perse, perchè fino a poco fa era scontata, mentre oggi più preziosa dell’oro.

Jova racconta di fare un bilancio quotidiano sul suo uso personale della libertà e di aver guardato i video del suo ultimo tour fino allo sfinimento, per ricordarsi sempre dell’adrenalina e per continuare a sognare di poterlo rifare, rifare e rifare ancora.

I media hanno salvato anche lui allora, in questa pandemia, l’hanno fatto pedalare virtualmente, è
tornato in Cile guardando il suo documentario in tv, ha suonato per il suo pubblico mentre lo disegnava e lo ritagliava sulla sua t-shirt “cartacea”.

É lo specialista della libertà e la esercita ovunque, quando scrive, quando viaggia, anche quando usa i media, condivide in modo libero e spontaneo i suoi pensieri, i suoi sogni, piccoli stralci di canzoni.

La libertà, dice, è la nitroglicerina al contrario, quella non va agitata altrimenti è pericolosa,
mentre la libertà devi agitarla, deve sempre essere in movimento, prendendosi magari dei rischi, correndo il
pericolo, perchè – è proprio dentro il pericolo che vale la pena muoversi, se non c’è pericolo non c’è la libertà-.