I prodotti bio sono realmente biologici? E i prodotti eco-friendly sono davvero sostenibili?
Per rispondere a questi quesiti, e non solo, la Sustainable Beauty Coalition del British Beauty Council ha creato la Planet Positive Beauty Guide, una guida ufficiale del settore per aiutare i consumatori a fare scelte di bellezza più green.
La Planet Positive Beauty Guide semplifica la navigazione tra i termini tecnici e spesso confusi degli ingredienti appellandosi alla trasparenza e avendo come obiettivo quello di aiutare i consumatori a capire cosa acquistare, evitando i prodotti nocivi.
Una vera e propria caccia ai brand che fanno greenwashing attraverso i loro prodotti, illudendo gli acquirenti.
I capitoli della Planet Positive Beauty Guide
La Planet Positive Beauty Guide, composta da 24 pagine, è divisa in quattro capitoli:
Ingredienti: “biologico”, “vegan” e “cruelty free” sono alcuni dei termini comuni a cui prestare attenzione. In questo capitolo vengono evidenziate le certificazioni a cui riferirsi per verificare quanto i prodotti siano green e se sono regolamentati.
Packaging: Questa sezione aiuta a comprendere i termini chiave del packaging come “biodegradabile”, “riciclabile” e “plastic free” e fornisce suggerimenti pratici per fare scelte migliori ed evitare che i rifiuti finiscano nelle discariche.
Persone: scegliere la sostenibilità significa anche scegliere una società equa. I brand sempre di più hanno dei doveri non solo verso il pianeta ma anche verso la comunità. Questo capitolo evidenzia i termini chiave, tra cui “Fair Tax” e “Real Living Wage”, per aiutare gli acquirenti a sostenere marchi e prodotti che trattano le persone in modo equo.
Approvvigionamento sostenibile: l’approvvigionamento sostenibile va oltre gli ingredienti e l’imballaggio; riunisce gli elementi necessari per rendere il mondo un luogo più equo in cui vivere e lavorare. In questa sezione vengono esplorati termini chiave come “impronta di carbonio”, “biodiversità” e “zero emissioni”.
Come combattere il greenwashing
La Planet Positive Beauty Guide è stata creata dai membri della Sustainable Beauty Coalition, tra cui Jayn Sterland, amministratore delegato di Weleda UK che ha affermato:
“il greenwashing può essere visto non solo nell’uso fuorviante di affermazioni come ‘naturale’ e/o ‘biologico’, ma anche ‘rispettoso dell’ambiente’, ‘pulito’ o ‘verde’. Greenwashing non significa solo che gli acquirenti stanno facendo quelle che pensano siano scelte “verdi” ma che possono danneggiare attivamente l’ambiente, inoltre toglie credibilità a marchi onesti che sono veramente sostenibili e rispettosi dell’ambiente“.
Ed è per questo che è stata creata la guida, sostenuta anche da diversi studi del British Beauty Council che hanno dimostrato che i consumatori di prodotti di bellezza sono sempre più consapevoli delle loro scelte di acquisto ma che molti brand continuano ad ingannarli facendo leva su affermazioni fuorvianti sulla sostenibilità dei loro prodotti.
Uno studio condotto da Provenance, azienda tecnologica di trasparenza che aiuta i marchi a dimostrare le loro affermazioni ecologiche, ha rilevato che il 48% dei consumatori è alla ricerca di maggiori informazioni e chiarezza sui valori e gli impegni dei marchi nei confronti dell’ambiente. Lo stesso studio ha anche scoperto che i consumatori si interessano maggiormente all’INCI degli ingredienti, al packaging e al benessere degli animali trovando però molta difficoltà nel decifrare quali brand rispettassero realmente questi standard.
Nonostante molti marchi hanno promesso di utilizzare imballaggi riciclabili al 100% entro il 2025, in linea con il Patto sulla plastica del Regno Unito, il 61% dei consumatori fatica a capire se i prodotti beauty sono etici e il 42% vuole conoscere meglio l’impegno per cause sociali dei brand.
Si fa sempre più spazio la convinzione che i brand per avere successo non possono puntare solo al marketing e ai loro prodotti ma devono virare rotta verso la trasparenza.