I principali produttori automobilistici come BMW stanno investendo ingenti somme di denaro in pubblicità durante gli eventi sportivi per cercare di ripulire la propria immagine, nonostante continuino a sostenere le fonti di energia fossile.
Un recente rapporto del New Weather Institute mette in luce questa pratica, mettendo in discussione la sponsorizzazione delle case automobilistiche nello sport e definendola un modo di fare greenwashing.
Bmw e il Greenwashing
Le aziende automobilistiche investono in totale 4,5 miliardi di dollari in pubblicità durante gli eventi sportivi, il triplo rispetto a cinque anni fa. Tuttavia, gran parte di questi sforzi pubblicitari è finalizzata a creare un’immagine sostenibile mentre le aziende continuano ad investire nelle fonti di energia fossile. Ciò solleva interrogativi sul reale impegno delle case automobilistiche nel contrasto ai cambiamenti climatici.
Secondo il rapporto del New Weather Institute, Toyota e BMW sono tra i “principali inquinatori” che sfruttano lo sport per fare greenwashing. Le due case automobilistiche hanno stipulato oltre 120 sponsorizzazioni in 23 sport diversi. La maggior parte di questi accordi pubblicitari si concentra sulla sostenibilità, ma spesso il concetto di sostenibilità viene svuotato di significato e diventa solo un termine usato per l’immagine aziendale.
Toyota, che ha la quota di mercato più alta a livello globale (10,5%), è presente nella sponsorizzazione di numerosi eventi sportivi come rugby, baseball, football americano, calcio, basket e molti altri. Tuttavia, l’azienda continua a fare affidamento principalmente sulle vetture a benzina e diesel. Entro il 2040, Toyota prevede di vendere 110 milioni di veicoli endotermici, il che comporterebbe la produzione stimata di 7,4 miliardi di tonnellate di CO2, secondo le stime del think tank.
Il rapporto sottolinea che le vetture a motore endotermico rappresentano una minaccia non solo per il clima, ma anche per l’ambiente, la mortalità sulle strade e lo stile di vita. Secondo l’OCSE, l’inquinamento diventerà la principale causa di morte prematura entro il 2050, con una stima di 3,6 milioni di vittime all’anno. Questo crea un paradosso in quanto molti eventi sportivi possono avere luogo grazie ai finanziamenti dei principali inquinatori, che sfruttano la passione dei fan e degli atleti per promuovere i propri prodotti.
Gli autori del rapporto suggeriscono che il mondo dello sport dovrebbe rifiutare finanziamenti da parte dei grandi inquinatori, come successo in passato con le società di scommesse sportive e il tabacco. Promuovere prodotti e stili di vita che hanno un impatto significativo sull’ambiente rischia di vanificare gli sforzi di decarbonizzazione. Al contrario, il rapporto consiglia di stabilire partnership commerciali a lungo termine con aziende e organizzazioni che si impegnano attivamente per costruire un mondo in cui lo sport possa prosperare senza danneggiare l’ambiente.
La sponsorizzazione delle case automobilistiche nello sport, come Toyota e BMW, solleva interrogativi sulle loro reali azioni per affrontare i cambiamenti climatici. Mentre cercano di creare un’immagine di sostenibilità attraverso la sponsorizzazione sportiva, queste aziende continuano a investire nelle fonti di energia fossile e a sostenere vetture a motore endotermico. È importante che il mondo dello sport consideri con attenzione le proprie partnership commerciali e si associ a organizzazioni che promuovono attivamente la sostenibilità e lavorano per un futuro in cui lo sport e l’ambiente possano coesistere in armonia.