Marina Abramović, classe 1946, è una delle più note artiste della scena performativa internazionale. Da oltre quarant’anni si dedica costantemente all’atto performativo, basando la sua ricerca sul corpo umano e i suoi derivanti.

Una delle cose che maggiormente colpisce e incuriosisce il target così ampio di fan e ammiratori è indubbiamente il rapporto che Marina Abramović sottolinea in maniera forte e incisiva tra arte e vita, spingendosi a mostrare i limiti della stessa figura umana.

Emozionanti, crude, spettacolari, intime, sbalorditive, le performance dell’Abramović ci lasciano sospesi sull’orlo di un confine tra curiosità e timore di spingersi più in avanti.
Negli anni 70 l’abbiamo vista sfidare i propri limiti fisici e psicologici mettendo in pericolo la sua
stessa vita. Ricorderemo tutti la celebre performance “Rhythm 0” presso lo Studio Morra, a Napoli, dove Marina restò in piedi per sei ore di fila mentre gli spettatori diventavano parte integrante della performace potendo fare ciò che desideravano del suo corpo utilizzando 72 oggetti messi a disposizione su un piano d’appoggio.

Tra gli elementi vi erano fiori, piume ma anche coltelli, rasoi e una pistola carica.

Inizialmente i partecipanti le si avvicinarono timidamente utilizzando esclusivamente gli oggetti di piacere ma ciò che accadde per le successive 6 ore fu disarmante. Prevalsero gli oggetti della distruzione e Marina si ritrovò bloccata in un tempo che pareva infinito di abuso cosciente.

Qualcuno le toccava le parti intime, altri le procurarono tagli sul corpo e per finire, un uomo la costrinse a puntarsi la pistola alla tempia.
Quando la performance finì, Marina Abramović camminò tra i partecipanti di quello scempio che nemmeno riuscivano a guardarla negli occhi.

In quel momento l’artista diventò lo specchio dell’oscuro animo umano.

Marina Abramović in mostra a Castel dell’Ovo a Napoli


Dopo circa 46 anni da quella performance e da circa 16 anni di assenza sul territorio partenopeo, Marina Abramović ritorna a Napoli, con una mostra a Castel dell’Ovo, location per eccellenza e dal fascino intramontabile nel cuore della città, il 5 settembre 2020.
Estasi, è il titolo del progetto espositivo proposto da VanitasClub e Casa Tesori, già presente alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano e che verrà accolto, per la sua seconda tappa, nella Sala delle Carceri, all’interno del castello.

Un ciclo di video intitolati The Kitchen: Homage to Saint Therese opera in cui l’artista si avvicina alla figure religiosa del Cattolicesimo si Santa Teresa.

Inoltre verranno installati 3 maxi schermi in cui poter vedere le performance tenute dall’Abramović nell’ex convento di La Laboral a Gijón, in Spagna nel 2009
Un appuntamento imperdibile che la città di Napoli aspettava ormai da troppo tempo e che
finalmente potrà emozionare il cuore di chi la visita.