Quella del Menù Engineering è ormai una scienza volta a massimizzare l’engagement del cliente, dirigendo le sue scelte verso i piatti che il ristoratore vuole mettere in evidenza.

La tecnica è nata negli States agli inizi degli anni 80, grazie alla combinazione di elementi grafici, scrittura creativa e tono di voce che può influenzarci.

La matrice del profitto divide in 4 le categorie delle pietanze: cavalli di battaglia popolari ma a basso margine, stars popolari e di gran profitto, puzzle poco popolari ma molto remunerativi e infine dogs bassa sia popolarità che guadagno. 

Come funziona il Menù Engineering

Un utilizzo corretto di questa tecnica può consentire un aumento del margine operativo a due cifre. Partiamo dal costo di produzione del singolo piatto e studiamo come stimolare i nostri avventori a scegliere quelli più redditizi per il nostro locale.

Una delle prime regole è non allineare i prezzi dei singoli piatti in modo da non consentire una comparazione immediata, nelle descrizioni siate creativi e sottolineate i trend in voga anche con un uso sapiente di caratteri e grassetto al punto giusto! 

Gli aggettivi devono essere sempre sensoriali”: profumo, essenza, leggiadria stimolano e coccolano i tuoi ospiti, ingaggiamo un copywriter specializzato nel food marketing che scelga con cura le parole con cui descrivere le tue creazioni.

I colori, dal verde per prodotti green e salutistici al rosso che stimola l’azione decisionale, sono determinanti.

Attenzione alle foto possono determinare importanti variazioni positive ma devono dare subito un messaggio combinato di freschezza e bontà.

Studiare il layout del menù consentirà di evidenziare i piatti che possono aiutare il lavoro dello chef, meno comande arrivano in cucina per singolo tavolo migliore il conto economico dello stesso.

Infine il cross-selling guida il cliente all’abbinamento ideale piatto, bevanda, dessert ideale.

Il menù engineering sempre più protagonista del futuro della ristorazione moderna.