Il rapporto tra arte e tecnologia è qualcosa che è sempre esistito e che con il passare tempo si è consolidato ancor di più, basti pensare all’invenzione della macchina fotografica che risale al lontano 1826 per opera di Joseph Nicéphore Niepce o del cinematografo da parte dei fratelli Lumière.

Grazie allo sviluppo tecnologico, infatti, l’esperienza artistica e l’opera d’arte si sono evolute, allargando i loro confini e le loro possibilità di creazione e fruizione.

Il mezzo tecnologico non è più considerato soltanto uno strumento ma diventa, ai giorni nostri, parte caratterizzante della stessa rappresentazione artistica per cui la maggior parte delle opere d’arte passa attraverso l’utilizzo di uno strumento digitale.

Cosa sono le Mostre Immersive?


Si parla di “Immersive Experience” quando ci rivolgiamo a quelle mostre che sempre più coinvolgono il territorio artistico moderno. Si tratta di esposizioni il cui obiettivo è quello di amplificare la percezione del fruitore, coinvolgendo e incanalando diverse discipline al fine di una creazione unica: un’esperienza immersiva.

Un viaggio multimediale che ci permette di conoscere l’artista in formato digitale grazie all’utilizzo di proiezioni su pareti, tendaggi, acqua e teli accompagnati da una musica che solitamente scandisce il tempo storico.

Da qualche anno, in Italia, le mostre immersive sono diventate sempre più presenti e caratterizzanti
dell’epoca storica in cui viviamo.

La prima fra tutte le mostre multimediali che il nostro Paese ha ospitato è quella dedicata al maestro dell’Impressionismo, Vincent Van Gogh, in un primo appuntamento a Firenze e poi spostata a Napoli nel 2018, altre esposizioni immersive sono state dedicate a Klimt, Caravaggio e Marc Chagall.

Ma l’uso della strumentazione digitale può sostituire la classica visione di un’opera d’arte?
Ovviamente no. Infatti, per quanto la fascinazione degli effetti speciali e la magia di ritrovarsi in un mondo che parla del passato in chiave futuristica faccia il suo effetto positivo e abbia un impatto coinvolgente con il visitatore, essa non potrà mai sostituire la visione di un dipinto originale.

È impossibile pensare per un amante dell’arte di non poter ammirare le pennellate o i colori reali e vivi di un’opera d’arte o quei tratti fondamentali e tipici di una determinata corrente artistica.

Fatta quest’ultima analisi però bisogna dire che questo tipo di mostre immersive e tecnologiche possono rappresentare una vera e propria vittoria nel campo dell’insegnamento.
Immaginate una classe di alunni in visita ad una mostra immersiva, il risultato potrebbe essere quello di un maggior coinvolgimento anche da parte dei meno interessati e un approccio didattico che si avvicini di più al senso ludico.

Le mostre immersive puntano ad un target sempre più ampio di visitatori garantendo lo stupore a chi prende parte a questo viaggio, lasciandosi incantare dalla sapienza e dalla maestria degli artisti classici e l’incanto degli effetti speciali del progresso tecnologico.