“Truth”, il social di Donald Trump si chiama “Verità”.
Davvero.
Ma facciamo un passo indietro.
Il rapporto dell’ex Presidente Americano Donald Trump con i social media più popolari è stato sempre molto turbolento. Bannato più volte e bandito definitivamente da Twitter, Facebook e YouTube nel 2021 per incitamento all’odio, in seguito all’attacco al Campidoglio degli Stati Uniti aveva lanciato, a maggio 2021, “From the Desk of Donald J. Trump“, un sito in pubblicò brevi annunci simili a tweet ma che fu chiuso dopo un mese. Non contento, adesso avrà un suo social: Truth sarà ufficialmente online il 21 febbraio 2022 ma è già disponibile il pre-ordine su Apple Store per i dispositivi iOs.
Come si legge sul sito ufficiale dell’applicazione, la mission della piattaforma di social media americana, sviluppata da TMTG (Trump Media & Technology Group), è incoraggiare una conversazione globale aperta, libera e onesta senza discriminazioni verso l’ideologia politica.
Vediamo nel dettaglio come funziona.
Come funziona Truth?
Dagli screenshot visionabili su Apple possiamo intuire che l’UX del social di Donald Trump ricorda molto Twitter, dettaglio che porta a credere che a Trump manchi davvero molto il microblog.
Tra le varie sezioni emergono:
Profilo: non diversa dagli altri social, la sezione profilo consentirà di impostare un account con avatar e uno sfondo. Anche qui due contatori per tener traccia delle connessioni personali: seguaci e seguiti ai quali si aggiunge la cronologia dei propri post e mi piace.
Feed: nel feed di Truth gli utenti saranno in grado di pubblicare post (“truth“) e condividere i post di altri utenti (“retruth“).
Cerca: dato che i social iniziano davvero a diventare interessanti man mano che ti connetti con gli altri la sezione cerca permetterà di trovare voci interessanti e seguirle facilmente direttamente dall’elenco di ricerca o visualizzando il suo profilo prima di decidere.
Notifiche: per rimanere coinvolti mentre si crea un seguito. Notifiche per guardare chi ti segue e chi interagisce con le tue “truth”.
Chat: sembra che, a differenza di Twitter, sarà prevista anche un sistema di messaggistica.
Al momento la versione beta di Truth Social è già stata lanciata ed è disponibile solo agli ospiti invitati mentre il pre-ordine può essere effettuato solo dagli utenti che si trovano negli Stati Uniti.
Una mossa politica?
L’approccio di Truth sembra voler accogliere ogni opinione, stimolando dei dialoghi, anche tra parti opposte. Punta a dar voce e fare in modo che ognuno possa dire le proprie “verità” o leggere quelle degli altri.
Essendo Truth associato a Donald Trump è impossibile però non chiedersi se il lancio di una piattaforma del genere non sia una mossa politica o riflettere su come la politica influisca sul social stesso.
Dubbi che iniziano ad instaurarsi già riflettendo sulla data scelta per il lancio: 21 febbraio, giorno del Presidents’ Day Holiday ovvero la festa nazionale dedicata ai presidenti. Una giornata nata per commemorare George Washington ma che tutt’ora è molto sentita dai patrioti americani.
Truth Social potrebbe essere il primo passo della campagna elettorale per le prossime presidenziali. Il nuovo social network potrebbe diventare il punto di incontro dell’estrema destra degli Stati Uniti.
La missione del Trump Media & Technology Group è creare un rivale per il consorzio liberale dei media e combattere le società “Big Tech” della Silicon Valley che usano il loro potere unilaterale per mettere a tacere l’opposizione americana.
Moderazione dei contenuti e inchieste
A pochi giorni dal lancio previsto, la nuova avventura mediatica di Trump sta cercando di trovare un delicato equilibrio con la sua app: dare ai supporter dell’ex presidente degli Stati Uniti la libertà di esprimersi, senza infrangere le politiche degli app store di Apple e Google.
TMTG si è impegnata a offrire un’esperienza coinvolgente e senza censure sulla sua app Truth Social, facendo appello a un target che ritiene che le sue opinioni su argomenti così importanti nella vita americana come i vaccini e l’esito delle elezioni presidenziali del 2020 siano state cancellate dalle piattaforme tecnologiche tradizionali.
Ma il rischio “de-platforming” è sempre dietro l’angolo: il team tecnico di Trump deve erigere guard rail per garantire che Truth non venga espulso dagli app store gestiti da Apple e Google.
Infatti Truth Social avrà bisogno di una solida moderazione dei contenuti sotto forma di rilevamento automatico e team di persona, nonché un modo per consentire agli utenti di segnalare post offensivi, ha affermato David Thiel, architetto dei big data e chief technology officer dello Stanford Internet Observatory.
Inoltre il tutto non è ancora completamente online ma le indagini già avanzano.
In America ci si interroga sulla provenienza dei fondi impiegati per lo sviluppo e il lancio di Truth. Pare che un gruppo di investitori avrebbe investito in questo progetto un miliardo di dollari attraverso un metodo in grado di aggirare dei controlli. I democratici hanno già chiesto l’apertura di un’indagine alla SEC (Securities and Exchange Commission), organo federale statunitense preposto alla vigilanza della borsa valori.
In attesa di ulteriori sviluppi non ci resta che scoprire quale sarà la prima “verità” che scorgeremo su Truth Social.