Il lockdown globale sta attivando nuove dinamiche di comunicazione e interazione. Un cambiamento generato dalla quarantena, che ha permesso a tutti di cercare nuovi metodi per stare vicino ai propri cari e non solo.
Questo momento di stasi, ha dato la possibilità alle aziende di rivalutare la propria organizzazione sia nei rapporti con i propri dipendenti sia con i propri clienti.
La necessità di lavorare in modalità “Smart Working” ha trovato terreno fertile nelle piattaforme digitali che danno la possibilità di videochiamare live. In tal senso, l’applicazione Zoom è diventata la tecnologia di riferimento del settore, risultando un vero e proprio fenomeno mondiale.
La piattaforma è gratuita ma permette di pianificare riunioni ed invitare i propri colleghi da diversi strumenti già collaudati come gmail, outlook e ical con abbonamenti che consentono di avviare videoconferenze con un massimo di 100 utenti collegati.
Ricca di funzionalità utili come la registrazione delle riunioni, la condivisione dello schermo e la co-annotazione di appunti. L’app permette inoltre di creare dei Webinar, utilizzando un URL di registrazione personalizzato per invitare i partecipanti selezionati.
I numeri di Zoom durante il lockdown
Durante il lockdown oltre 300 milioni di utenti risultano connessi quotidianamente mentre negli ultimi mesi del 2019 era utilizzata da “appena” 10 milioni di utenti.
L’amministratore dell’azienda cinese Eric S.Yuan ha sottolineato con orgoglio i numeri raggiunti e solo un mese fa la piattaforma contava 200 milioni di utenti online.
In sole 3 settimane quindi è stato registrato un incremento di 100 milioni. Numeri incredibili che fanno notare il grande cambiamento che sta investendo il mondo del lavoro, permettendo alle aziende di ridurre le distanze adattandosi in tempi brevissimi.
Ma non c’è solo il lavoro.
A New York molti cittadini si stanno sposando in videoconferenza con l’autorizzazione del governatore dello stato Andrew Cuomo che ha firmato un ordine esecutivo per consentire i matrimoni online da remoto.
Certamente però non è tutto oro quel che luccica; di recente infatti pare che 500.000 account di Zoom siano stati trafugati e venduti sul Dark Web, mostrando non poche falle nel sistema di sicurezza.